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Sito archeologico Velleia Romana

velleia_1.jpgSituata a 460 m s.l.m., l’antica Velleia Romana, in provincia di Piacenza, può essere considerata, a ragione, la Pompei del nord, per le incredibili testimonianze che ancora oggi lasciano intuire la vita dell’originario municipio romano ed il suo importante ruolo di centro amministrativo per la vasta area compresa tra Piacenza, Parma, Libarna e Lucca. Con una escursione da Piacenza o dai centri limitrofi, si potrà visitare Velleia, il cui nome deriva dal popolo Ligure dei Veleates o Veliates.

Alle funzioni eminentemente amministrative Velleia aggiunge ben presto quelle di località termale privilegiata e frequentata da numerosi consoli dell’antica Roma, che la scelgono come luogo di villeggiatura per le sue sorgenti di acqua salina e per la bellezza del tranquillo paesaggio collinare circostante, fattori che sembrano contribuire in modo determinante alla presenza di condizioni di vita favorevoli per i suoi abitanti. Secondo un censimento dell’imperatore Vespasiano, effettuato nel 72 d.C., l’esigua popolazione del luogo poteva, infatti, contare diversi ultracentenari.

La fortuna di Velleia inizia nel 42 d.C. quando l’antico centro è dichiarato città libera ed ottiene la cittadinanza romana. Secondo i reperti rinvenuti in loco, tuttavia, Velleia raggiunse il massimo splendore fino al III secolo d.C. per poi decadere inesorabilmente sino al V secolo d.C. quando la città sembra sprofondare nel totale oblio.

Sarà solo nel 1760 che i primi scavi effettuati in zona, per volere del Duca di Parma, Piacenza e Guastalla, Don Filippo di Borbone, consentirono di riportare alla luce le rovine di Velleia, restituendo al luogo tutta l’importanza e la dignità di importante centro archeologico. Già nel 1746, in seguito al cedimento di una porzione di terreno nella zona, il parroco di Macinesso fu protagonista di un prezioso ritrovamento, fatto che diede impulso agli scavi successivi. Per un caso fortuito il parroco portò alla luce la Tabula Alimentaria Traiana, che risulta essere la tavola in bronzo con iscrizioni più ampia dell’antichità romana, con dimensioni di 3 metri per 1 e mezzo, successivamente smembrata e parzialmente perduta, come altri importanti reperti trafugati e fusi nelle fornaci.

La storia che ha caratterizzato l’antico municipio romano stupisce sempre chi sceglie di visitare Velleia, ed è ancora oggi impressa nei suggestivi resti della città che costituiscono l’apprezzabile eredità lasciata ai posteri. Visitare Velleia consente velleia2.jpgdi scoprire reperti di notevole pregio, distribuiti in una successione di terrazze lungo il cosiddetto “Pendio Boreale del Poggio” a ridosso dei monti Rovinasso e Morìa. Caratteristica geologica del territorio è l’elevata tendenza a cedimenti e frane, fattore che sembra essere la causa del progressivo decadimento della città.

Se si effettua un’escursione per visitare Velleia si potrà ammirare quello che resta del complesso urbanistico originario, con il foro, lastricato con pietra arenaria, le terme, il quartiere abitativo, la basilica a navata unica a pianta rettangolare, dove si collocava la nota Tabula Alimentaria, e ciò che resta di un’antica costruzione di perimetro circolare che si presume essere stato un serbatoio per l’acqua.

In loco sono stati raccolti i calchi della Tavola Alimentaria Traiana e della tavola bronzea, che contiene la lex de Gallia Cisalpina, all’interno di un Antiquarium. Qui si conservano e possono essere ammirati anche alcuni corredi connessi alla sepoltura tramite cremazione e numerosi elementi architettonici e d'arredo.
Visitare Velleia durante il periodo estivo può essere l’occasione per assistere ad una delle rappresentazioni teatrali classiche, con le antiche rovine sullo sfondo, una scenografia naturale davvero emozionante.