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Siti archeologici Macerata

Nel circondario della città di Macerata sono presenti numerosi siti archeologici di epoca romana, alcuni di essi, grazie al buono stato di conservazione e all’antica datazione, hanno attirato negli ultimi anni l’attenzione di numerosi visitatori.
ricina.jpgA 6 km dal centro di Macerata, presso la frazione di Villa Potenza, si trovano le rovine di Helvia Ricina, detta anche semplicemente Ricina come testimonia Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, I secolo d.C.).

La città sorgeva all’incrocio di due importanti vie, la Nuceria-Ancona e la Salaria Gallica, che univa Ascoli a Jesi, secondo alcuni studiosi i ricinesi costituiscono il nucleo originario della popolazione maceratese. Ad oggi gli scavi archeologici hanno riportato alla luce solo una parte dei resti della antica città romana.

E' visitabile il teatro costruito nel II secolo d.C., sul modello architettonico del teatro romano classico come testimoniano gli spazi ancora riconoscibili dedicati all’orchestra, alla cavea (gradinata semicircolare per gli spettatori) e al frontescena in laterizio (la facciata monumentale con cui terminava il proscenio).

Dello stesso periodo sono i resti delle abitazioni con mosaici, la strada lastricata e il serbatoio dell’acquedotto della città. Dopo l’invasione dei Goti, fra il V e il VI secolo, la città rimase abbandonata e gran parte dei resti murari, degli ornamenti di marmo, delle monete e molte altre tracce della civiltà romana, vennero saccheggiate.

Il parco archeologico di Urbs Salvia, il più importante e ben conserurbis_salvia.gifvato della regione Marche, sorge a 13 km da Macerata nei pressi dell’attuale Urbisaglia. La costruzione della città risale al periodo a cavallo fra l’età augustea e quella tiberiana. Il percorso di visita al parco archeologico di Urbs Salvia segue l’andamento discendente della collina e permette di cogliere nella sua interezza la struttura di una tipica città romana.

Dal punto più alto si accede, attraverso uno stretto corridoio, al Serbatoio dove si raccoglieva l’acqua dell’acquedotto. Scendendo si arriva al teatro, uno dei più grandi d’Italia e l’unico che conservi ancora intatte tracce consistenti di intonaco dipinto. Fu commissionato dal console Gaio Fufio Gemino negli anni precedenti il 23 d.C. e venne costruito sul pendio collinare secondo modalità costruttive di derivazione greca. Gli scavi intorno al teatro portarono alla luce una testa di Apollo e due statue acefale oggi conservate al Museo archeologico statale di Urbisaglia.

La zona pianeggiante ospitava l’area sacra. Sono stati rinvenuti due templi. Il maggiore, dedicato a Salus Augusta, è circondato da un portico che ancora conserva affreschi con iconografie legate alla propaganda augustea oltre a riquadri con scene di animali e maschere lunari.

Attraversando l’imponente cinta muraria, in alcuni punti alta fino a 5 metri, si raggiunge l’Anfiteatro costruito in età flavia (75-76 d.C), che conserva ancora intatto tutto il perimetro ellittico fino all’altezza del primo ordine di gradini che in origine poteva contenere fino a 5000 spettatori. Ancor oggi ospita spettacoli di teatro classico antico nei mesi di luglio e agosto.

Altri importanti siti archeologici nel maceratese sono Matelica e Septempeda.  Matelica fu municipio romano già nel I secolo a.C., gli scavi hanno confermato la presenza di parti interessanti di abitazioni romane e terme. È possibile visitare i reperti situati nei sotterranei del teatro Piermarini e sul retro del palazzo Ottoni, mentre il Museo Piersanti e il Palazzo Municipale conservano interessanti iscrizioni.

Septempeda ha un tesoro, ancora in parte sotterrato, scoperto seguendo la cinta muraria dell’antica città. Gli scavi, nei pressi della chiesa medioevale di S.Maria della Pieve hanno consentito il ritrovamento di un importante complesso termale con frigidarium e calidarium, resti di abitazioni con mosaici policromi o in bianco e nero e nuclei di necropoli di età ellenistica e romana. Parte di questi materiali sono esposti al Museo civico di Septempeda.