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Visitare Ascoli Piceno

Ascoli Piceno, capoluogo di provincia della regione Marche, fu in origine città dei Piceni, popolazione che nel IX a.C. controllava una vasta area del Medio Adriatico tra Marche e Abruzzo. Il controllo sulla importantissima via che collegava il versante tirrenico con quello adriatico, che diventerà poi la via consolare Salaria, spinse i Romani a stringere rapporti con i Piceni, fino alla conquista romana della città nel 89 a.C. Da questo momento Ascoli rinasce, sotto la guida dell’imperatore Augusto e si arricchisce di ville, templi, teatri, terme, ponti e fortificazioni.

La civiltà Picena è testimoniata da i numerosi reperti archeologiciascoli2.jpg emersi durante gli scavi sul territorio. Vasellame, armi, monili e una importante stele funeraria di Castignano sono oggi esposti al Museo Archeologico Statale di Ascoli. Il museo conserva inoltre bellissime pavimentazioni a mosaico appartenenti a domus romane.

Sparsi per la città sono visibili diversi ritrovamenti emersi dagli scavi, dal cantiere ancora aperto intorno al teatro romano, alla porta Gemina, la più antica della città, al ponte augusteo (1° secolo a.C.), uno dei più grandi ponti romani rimasti intatti, tuttora percorribile all’interno.

Anche il passaggio delle popolazioni Longobarde ha lasciato ad Ascoli una rarissima testimonianza con il ritrovamento della Necropoli di Castel Trosino risalente al VI secolo. Il Museo Archeologico conserva parte di questi reperti, cimeli e resti di vestiario maschile e femminile dell’epoca.

Di epoca medioevale, oltre alle fortezze e alle porte di ingresso alla città, una delle più rappresentative caratteristiche di Ascoli sono le torri gentilizie con cui le signorie testimoniavano il loro potere. In origine se ne censivano almeno 200, oggi se ne possono ancora individuare circa 50, alcune inglobate nelle abitazioni, alcune perfettamente integre, come la Torre degli Ercolani, alta 35m, che sorge a lato del palazzetto romanico curiosamente detto Longobardo, altre riutilizzate come torri campanarie di chiese sorte nei secoli successivi, per esempio la Torre di S.Venanzio, attigua alla omonima chiesa, o le Torri gemelle in travertino, originarie del XII e oggi insediate davanti alla chiesa di S.Agostino.

Una piacevole passeggiata fra le viuzze antiche è quella che dalla porta di Borgo Solestà si snoda nella via chiamata “rrete li mierghie”, cioè dietro i merli, che in epoca medioevale sormontavano le mura di cinta della città dal lato del fiume Tronto. L’aspetto armonico e compatto, di colore ambrato che caratterizza gran parte ascoli1.gifdelle costruzioni di Ascoli Piceno è dovuto all’uso del Travertino, materiale lavorato nelle botteghe ascolane da almeno duemila anni.

Le cave di S.Marco, Rosara e Acquasanta Terme, vicino alla città, sono tuttora attive e forniscono materiale per gli artigiani locali che mantengono salda la tradizione dei loro avi.

Altra caratteristica curiosa per chi visita il centro storico di Ascoli Piceno, sono le iscrizioni incise sugli architravi delle porte di molti palazzi della città. L’usanza ha origine nel rinascimento, periodo in cui Ascoli visse una ricchissima fase culturale. Fra Corso Mazzini e via Solderini si concentrano un centinaio di motti e proverbi, citazioni colte o detti popolari, in latino e in volgare.

Il centro politico e religioso di Ascoli Piceno fin dall’età comunale si è concentrato intorno a due piazze, Piazza del Popolo e Piazza Aringo. La commistione di stili, dall’architettura gotica della chiesa di San Francesco, alla cinquecentesca Loggia dei Mercanti della prima piazza, alla stratificata Cattedrale di S. Emidio e lo splendido esempio di architettura romanica del Battistero di S. Giovanni della seconda piazza, danno una buona idea della lunghissima e determinante storia della città di Ascoli.

Quello che fu il centro del potere politico in epoca medioevale, il Palazzo dell’Arengo in Piazza Arringo, è oggi sede della ricchissima collezione della Pinacoteca Civica, una tra le più cospicue dell’Italia centrale. Da non perdere i dipinti su tavola di Carlo Crivelli, Pietro Alamanno; il Piviale di Niccolò IV; le tele di Tiziano, Guido Reni, Luca Giordano, Carlo Maratta, Domenico Morelli, Pellizza da Volpedo; le collezioni di ceramiche e di strumenti musicali.