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Viterbo: il centro storico

Valle_di_Faul_viterbo.jpg Viterbo, il capoluogo di provincia più settentrionale del Lazio, sorge a ridosso dei Monti Cimini e si estende tra il Lago di Vico e il Lago di Bolsena.

Tra le città laziali che meglio ha conservato l’aspetto medievale, Viterbo rappresenta un centro di notevole interesse storico artistico, per il patrimonio che ha saputo preservare da quando acquisì fama e prestigio divenendo libero Comune, nei secoli XII e XIII.

Sotto Alessandro IV divenne residenza papale e conobbe alterne fortune. Dapprima centro etrusco, inserito nell’area conosciuta come Tuscia, corrisponde all’attuale territorio della provincia, Viterbo è un ottimo punto di partenza per scoprire le numerose rovine e i ritrovamenti di epoca etrusca, di cui l’intera zona è ricca. Divenuta poi colonia romana, la città fu collegata a Roma e Firenze attraverso la Via Cassia, importante via consolare romana.

L’attuale aspetto di Viterbo resta tuttavia fortemente caratterizzato dall’impianto medievale, immediatamente visibile nella cinta di mura che Mura_viterbo.jpgcorrono lungo il perimetro della vecchia città. Le mura di cinta inglobano tipiche costruzioni a torre e si aprono con 7 porte che consentono l’accesso al centro, rifatte nel XVI secolo.

Per visitare Viterbo è possibile partire dalla centrale Piazza del Plebiscito, cuore della città, sulla quale si affacciano il duecentesco ex Palazzo del Podestà affiancato da una torre sottile, abbondantemente rimaneggiato in epoche successive. Il Palazzo della Prefettura, sempre sulla piazza, vanta origini antiche ed un rifacimento datato 1771. Il Palazzo Comunale o dei Priori, occupa il lato più lungo della piazza e risale ai secoli XV e XIV.

La facciata quattrocentesca presenta portici e finestre crociate, mentre il piccolo cortile interno a giardino custodisce una bella fontana seicentesca. Lasciando Piazza del Plebiscito i visitatori possono imboccare Via San Lorenzo, la piccola strada che serpeggia tra le antiche case della città incontrando edifici e costruzioni ancora apparentemente immerse in un passato lontano, luoghi dal fascino intramontabile.

 Da Palazzo Chigi alla torre di Borgognone, fino alle architetture romaniche della chiesa del Gesù, Viterbo offre in quest’angolo della città un piccolo scorcio della vita quotidiana, politica e religiosa della città del tempo.

Piazza della Morte, che si incontra proseguendo su Via San Lorenzo, è adornata da una fontana duecentesca ed ospita la Palazzo_dei_Papi_Viterbo.jpgLoggia di San Tommaso, attuale sede del Museo delle Confraternite. Dopo aver oltrepassato il caratteristico Ponte del Duomo, i visitatori giungono infine a Piazza San Lorenzo, sorta sul nucleo più antico della città, da dove possono godere del suggestivo colpo d’occhio sulla parte medievale della città.

La cattedrale ed il palazzo papale delimitano i contorni della piccola Piazza e si offrono alla visione ammirata degli ospiti di Viterbo con architetture, decorazioni e datazioni diverse. La cattedrale, edificata nel XII secolo, presenta attualmente una facciata rinascimentale, in seguito ai rimaneggiamenti di cui è stata oggetto nel 1570. Affiancata dal bel campanile trecentesco in dicromia, la cattedrale ha riacquistato al suo interno parte dell’originario gusto romanico.

Di straordinaria bellezza il Palazzo Papale, eretto attorno al 1260, che esprime in pieno lo stile gotico viterbese. La struttura architettonica si caratterizza per la presenza di tipici elementi gotici come gli archi rampanti e le bifore, oltre a presentare una decorazione a merli ed una scalinata esterna.

Affiancato alla splendida dimora papale, al di sopra di un voltone, sorge la meravigliosa Loggia, adornata da arcate leggere, con intrecci a traforo e colonne sottilissime, ad esaltarne il senso di leggiadria. Il palazzo ospitò numerosi conclavi, tra cui quello che vide l’elezione di Gregorio X, avvenuta dopo giorni di reclusione e riduzione dei viveri ai cardinali per opera della popolazione viterbese, stufa dei dissidi tra i porporati. viterbo2.jpg Percorrendo a ritroso Via di San Lorenzo, fino a Piazza della Morte si può continuare l’itinerario di visita della città di Viterbo imboccando Via San Pellegrino.

La pittoresca via è il punto di accesso migliore al rione medievale, mantenuto come una contrada duecentesca quasi inalterata,con le tipiche costruzioni dell’epoca fatte di torri, di case dalle architetture rigorose, di cavalcavia, di bifore, di viuzze tortuose e scure che si insinuano tra gli edifici. Il punto di maggior interesse per chi si addentra a visitare Viterbo ed il suo centro storico è la Piazzetta San Pellegrino su cui si affacciano l’omonima chiesetta e l’austero edificio del Palazzo degli Alessandri, caratterizzato da un balcone e da un arco ribassato. Qui, più che in altre parti della città, l’impianto medievale si è mantenuto pressoché intatto ed offre a tutti i visitatori l’impressione di essere tornati indietro nel tempo.

S._Rosa_Viterbo.jpgTra i migliori periodi per visitare Viterbo i primi di settembre sono sicuramente ideali per entrare ancora più nel vivo della città, scoprirne tradizioni lontane e conoscerne a fondo usi e costumi. Il 3 settembre, infatti, in occasione della festa patronale di Santa Rosa, la città offe il suggestivo spettacolo del trasporto della “Macchina di S. Rosa” la torre illuminata da fiaccole e luci, di oltre 4 tonnellate, alta 30 metri che ben 90 uomini portano a spalla per le vie della città in ricordo dell’antica traslazione del corpo della Santa da Chiesa di Santa Maria al Poggio sino al Santuario a lei dedicato.

Di antichissime origini la manifestazione colpisce sempre per l’intensità e le forti suggestioni che è capace di suscitare non solo nei devoti ma anche nel pubblico che ogni anno si accalca per assistere all’evento.
Visitando il Lazio si entra a contatto con un miscuglio di civiltà, di tradizioni ed usanze dalle origini diverse, che da nord a sud caratterizzano in modo particolare ciascuna provincia e città, esprimendosi in modi peculiari anche nella gastronomia.

A Viterbo, ad esempio, si ritrova tutto ciò che di tipico è presente in Lazio, con alcune particolari influenze esterne, dovute alla prossimità del territorio viterbese con le vicine regioni Toscana ed Umbria. Tra le specialità da non perdere sono comunque le anguille di Bolsena, le ciambelle all’anice, gli struffoli e i maritozzi.